Si può solo ipotizzare che a causa del
divieto di collocare sepolture in S. Maria Maggiore il Colleoni si orientasse
verso la realizzazione di una cappella isolata, individuandone l'area fra il
transetto nord e l'abside dell'antica chiesa, occupata al tempo dalla
sagrestia, da una piccola cappella e dalla Loggia dei Militi. Esso veniva
eccezionalmente a prospettare sull'antica piazza del Duomo che proprio in
quegli anni andava configurandosi come cuore simbolico della città, saldandone
le istanze religiose e i valori civili.La struttura del mausoleo si articola, tradizionalmente, a pianta centrale: i due invasi spaziali sono coperti con cupole impostate su alto tamburo ottagonale e aventi struttura estradossata.
"Manifesto della ossessione di Colleoni per l'antichità e della sua assimilazione - lui vivente - al mito di Cesare" (Zambrano, 1997), la facciata della cappella è inquadrata da paraste giganti di ordine ionico, che si concludono in due pinnacoli ai lati della loggetta di coronamento che alterna colonnine e piccole candelabre a formare una nitida sequenza di trifore marmoree.
Sul prezioso rivestimento murario in marmo a losanghe bianche e rosa si delineano quattro aperture: al centro un rosone gotico dalla profonda strombatura in asse con il portale ad arco classicamente inquadrato da lesene, trabeazione e timpano triangolare; ai lati due ampie finestre rettangolari, poggianti sullo zoccolo doppio a bassorilievi, schermate da una sequenza di snelle colonne e candelabre policrome e coronate da edicole decoratissime che culminano nei busti-ritratto di Giulio Cesare e Traiano. L'effetto decorativo e 'pittorico' che ne consegue è privo di precedenti nell'arte rinascimentale italiana: contribuisce ad annullare la scansione volumetrica di quest'ultima in favore di valori unicamente di superficie, luce, colore.
Alla rinnovata ideologia imperiale è legata anche la legittimazione del proprio potere attraverso la creazione di una genealogia saldata alla dimensione del mito; in questo caso Bartolomeo dichiara la propria discendenza leggendaria dall'eroe greco Ercole. Bartolomeo si pone come patronus civitatis giustificando eticamente e cristianamente un potere di fatto acquisito a Bergamo attraverso l'esercizio delle armi e la fedeltà alla Serenissima.
Nei due monumenti funebri a parete collocati all'interno della cappella, eseguiti a pochi anni di distanza l'uno dall'altro, l'Amadeo mostra di attingere a un ampio ventaglio di fonti antiquarie ed esibisce un sicuro aggiornamento sulle tendenze della scultura funeraria italiana.
Nell'arca per Bartolomeo, adotta la tipologia parietale che si andava diffondendo in quegli anni a Venezia, caratterizzata da una ricca impaginazione architettonica e da ampi apparati scultorei celebrativi. Giovanni Antonio si concede tuttavia un largo margine di sperimentazione innestando su questo impianto, in aggiunta al sarcofago, l'imponente statua equestre a dichiarare il debito con un altro fondamentale modello trecentesco lombardo, quello del sepolcro di Bernabò Visconti, originariamente collocato nella milanese S. Giovanni in Conca. E fedele all'uso lombardo è anche la scelta di inserire la serie dei rilievi narrativi con le Storie di Cristo, che insieme a immagini del repertorio classico e mitologico animano la celebrazione del condottiero. L'originaria statua equestre in pietra fu sostituita dopo il 1491 con una di legno dorato, opera di uno scultore di Norimberga.
Morta giovinetta a soli quindici anni nel 1470, Medea (figli di Bartolomeo) ebbe una tomba 'umanistica', tipologia rarissimo in Lombardia.
Notizie storiche
La cappella funeraria eretta, tra il
1472 e il '77, accanto alla chiesa di S. Maria Maggiore a Bergamo su progetto
di Giovanni Antonio Amadeo è la più concreta testimonianza delle ambizioni
politiche e 'cortesi' di Bartolomeo Colleoni, piccolo nobile del contado
bergamasco divenuto vent'anni prima, dopo una lunga carriera militare, capitano
generale delle milizie veneziane di terraferma. Negli anni della vecchiaia,
occupandosene in prima persona, il Colleoni insegue il sogno 'imperiale' di
farsi edificare un mausoleo, quasi una ossessione che nel Rinascimento accomuna
principi e condottieri (per restare in Lombardia, si può pensare a Galeazzo
Maria Sforza, a Ludovico il Moro, a Gian Giacomo Trivulzio): "lui che
sotto la loggia della Piazza Vecchia a Bergamo era ritratto accanto ad Ercole,
lui che a Venezia verrà immortalato a cavallo, come il Marc'Aurelio o il
Regisole, dal Verrocchio, chiese in patria all'Amadeo un mausoleo cromatico.
Uso attuale: intero bene:
cappella cimiteriale
Uso storico: intero bene: cappella
cimiteriale
Condizione giuridica: proprietà Ente
religioso cattolico
Tratto da: lombardiabeniculturali
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